Bianca Atzei, un minuto prima di salire sul palco.

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Bianca Atzei torna con un nuovo progetto, a sei anni dall’uscita dell’album “Bianco e nero”, dopo la collaborazione su “Intro” con J-Ax, con Ultimo per il brano “Risparmio un sogno” e con Michael Franti e Chili Giaguaro su “Da Domani”. Il nuovo singolo “John Travolta” sancisce l’inizio di un nuovo percorso per la cantautrice che incontra la graffiante voce dei Legno, iconico duo da milioni di stream su Spotify. Ecco cosa ci ha raccontato… Un minuto prima di salire sul palcoscenico…

Bianca, il mese scorso è uscito il tuo ultimo singolo “John Travolta”… Ce lo racconti?

“John Travolta” parla di una storia d’amore agli sgoccioli, in cui lei è già un passo oltre la linea. Ed è così che finiscono gli amori più passionali e travolgenti.

È un pezzo molto sperimentale, difficile inquadrarlo in un genere particolare…

Beh, è un pop indie, mettiamola così. E arriva in maniera diretta, con una melodia orecchiabile e radiofonica.

Nel pezzo duetti con i Legno, come è nata questa collaborazione?

Abbiamo pensato a loro perché sono due ragazzi con personalità molto forti e distinte, e l’intreccio con la mia vocalità ha dato vita a qualcosa di particolare.

Ci racconti da dove viene la passione per il canto e quando hai capito che ce l’avresti potuta fare?

La mia passione è innata, un po’ come la mia vocalità. Ho sempre voluto fare la cantante da piccola e non ho mai avuto un’alternativa: grazie ai miei genitori che me l’hanno permesso ho potuto studiare canto, e questa non è una cosa scontata.

Di solito raccontiamo le gesta di sportivi e gli chiediamo cosa provano un minuto prima della gara… Tu che emozioni provi un minuto prima di salire su un palco?

Lo stomaco pulsa, perché pensi a come sarà il pubblico che avrai davanti, se sarai in grado di emozionarlo. Questo è il mio pensiero. Ma soprattutto mi concentro per fare bene.

E invece un minuto dopo la fine della tua performance?

Adrenalina! E ti godi l’applauso, che in qualche modo ti fa capire che tutto è andato bene. L’energia che arriva dal pubblico è tanta, è un vero e proprio scambio.

Hai qualche scaramanzia prima di salire sul palco?

Una pacca sul sedere!

Immaginiamo che anche per cantare e stare su un palco ci voglia una preparazione atletica di un certo livello… Tu come ti alleni?

C’è bisogno di fiato per stare due ore sul palco. Io poi mi muovo molto in scena, quindi fisicamente mi alleno con il personal trainer, e prima di un tour alleno la voce con una vocal coach.

Sei una sportiva? che sport segui in particolare e chi ti piace? Sei tifosa?

Mi piace vedere il tennis.

È appena terminato Sanremo, tu hai partecipato due volte… c’è una canzone o un collega che ti è rimasto particolarmente impresso in questa edizione?

Direi in particolare i Coma Cose, Colapesce e Dimartino, Arisa.

Salire sul palco dell’Ariston è diverso? Hai provato emozioni particolari?

Emozioni che faccio fatica a gestire e descrivere: sono uniche, potenti e travolgenti. Non riesco a dare più del 60% su quel palco.

Cosa hai in programma per la primavera/estate Covid permettendo?

Spero si possa riprendere a fare qualche live, perché il contatto con il pubblico è ossigeno.