Kiara Fontanesi, sogno Cortina 2026

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Kiara Fontanesi a 26 anni ha già vinto sei titoli mondiali di Motocross ed è diventata mamma della splendida Skyler. Ma di fermarsi non ci pensa proprio, anzi: nel mirino c’è il settimo titolo iridato e poi un sogno, le Olimpiadi invernali di Cortina 2026

di Gianluca Prudenti

Kiara come hai cominciato ad andare in moto?

Per me è stata la normalità, da sempre. Ho iniziato perchè mio fratello, che ha 6 anni più di me, andava. Ci sono cresciuta dentro, ho iniziato a girare in moto nel cortile di casa poi alle gare di mio fratello, giravo nei paddok ero una bimba girovaga (ride). Andavo fino a quando non finivo la benzina. Poi crescendo ho cambiato moto e partecipato alle prime gare…

Sempre Motocross? non hai mai pensato di cambiare?

Ho provato anche le moto da strada ma non ho mai pensato di cambiare. Per me il Motocross è piu divertente e adrenalinico

 

Cosa ti piace di più del mondo dei motori?

Mi piace tutto del fatto di stare su una moto. Amo guidare in pista, amo il salto, i canali, mi piace tutto. Il mio momento preferito è quando bisogna tirare fuori la tecnica, quando la moto bisogna guidarla sul serio: sulla pista liscia mi diverto meno. Amo l’adrenalina che si prova nel guidare. E mi piace anche dialogare con i meccanici, io non intervengo direttamente sulla moto ma soprattutto durante i test utilizzo le mie sensazioni per fare in modo che i meccanici possano rendere la moto sempre più adatta a me.

Pensando al mondo delle corse di solito si pensa ad un ambiente principalmente maschile… É vero? Tu come hai fatto?

Io dico sempre che questa è una cosa che pensa chi vede questo mondo dall’esterno. Io ci sono nata e non credo che sia un ambiente prevalentamente maschile. Il Motocross non è solo per uomini, assolutamente, ma credo che in generale non esistano lavori o sport che le donne non possono fare…

Lo consiglierai a tua figlia Skyler?

Diciamo che quello è un tasto dolente. Io non le impedirò di andare in moto, cosi come non la spingerò a farlo, ma se posso la indirizzerò verso un altro sport. I sacrifici vanno fatti in ogni campo nella vita, ma il motocross è uno sport di nicchia. Io sono felice e fortunata perchè ho ottenuto quello che volevo ma non so se mia figlia in un futuro ipotetico potrà diventare campionessa del mondo e vivere di Motocross. Non è assolutamente scontato e soprattutto è difficilissimo. Ci sono altri sport in cui magari basta un piazzamento in una gara o la vittoria in un torneo per avere un minimo di serentà, anche economica…

Lo sport a livello femminile sta cescendo molto, anche grazie a campionesse come te… Basta pensare ad esempio al calcio femminile…

Credo che ogni anno si migliori sempre di più. É una cosa veramente difficile da comprendere, non fa parte del mio mondo la differenza tra uomo e donna, io non mi sono mai nemmeno posta il problema. Purtroppo ancora tanti pensano che ci siano sport o lavori da uomo o da donna. Le donne sono forti, esattamente come gli uomini, non capisco il perchè di determinate discriminazioni

Quanto è difficile conciliare il ruolo di mamma e donna in carriera?

Sicuramente non è facile, è un impegno da gestire, non sei più sola, devi pensare a qualcun’altro prima che a te stessa, ma io l’ho desiderata cosi tanto che per me è normale, non faccio fatica, anzi. Poi grazie al mio compagno e ai miei genitori posso gestire la situazione con serenità. Lei è nata e cresciuta nella nostra palestra. Naturalmente ho molte più responsabilità e i tempi sono diversi, ma riesco a fare tutto…

Sei appassionata di altri sport?

Mi piace la MotoGp ma soprattutto lo sci. Fosse per me non mi perderei mai nessuna discesa in tv. Di solito cerco di organizzarmi sempre per seguire le gare. Amo sciare e e fare passeggiate, sono una grande appassionata di montagna.

A chi ti sei ispirata? Hai un collega sportivo preferito?

In realtà nessuno mi ha ispirata, non sono mai cresciuta con l’idea di voler essere come qualcuno, ho sempre cercato di tirare fuori il massimo da me stessa. Mi piaceva tantissimo Lindsey Vonn e al momento stimo molto Mikaela Shiffrin… Nel mondo dei motori mi piace Marquez

Anche il tuo compagno è un atleta professionista…

Si, si divide tra il lavoro nella nostra accademia, la KF8 Mx Training e il suo sport. Lui è stato campione mondiale da giovane di Kick Boxing e a breve dovrebbe combattere… Per me sarà la prima volta da spettatrice, di solito ho su di me tutta la tensione del pre gara, vedremo, Covid-19 permettendo, come sarà vivere una gara dall’altra parte, vedendo il tuo compagno dare e prendere pugni… (ride)

Come si fa a vincere 6 mondiali (4 di fila, prima donna a riuscirci)?

É un insieme di cose che deve funzionare. Devi avere tanta fame e una forza mentale incredibile, io sono fortunata perche credo di avere talento naturale, nessuno mi ha insegnato ad andare in moto. Sono consapevole che la mia testa è stata decisiva, con tutti gli alti e bassi del caso. Sono semopre stata pronta quando dovevo esserlo e ho avuto infortuni limitati. E poi l’unità di intenti con chi ti sta vicino è fondamentale: io, la mia famiglia e il mio team abbiamo sempre remato nella stessa direzione.

Qual è stata la gara più importante della tua carriera?

In generale tutti i campionati del mondo ma se devo dirne una ti dico l’ultimo mondiale che ho vinto nel 2018. É stato il primo, e al momento, l’ultimo vinto a casa, in Italia, a Imola.

Ci racconti il tuo minuto prima? Cosa succede intorno e dentro di de prima della gara?

Per me più che il minuto prima sono i due minuti prima della partenza. Perchè nel Motocross a due minuti dal via vengono mandati via tutti e rimani da sola con il tuo meccanico. Quando il commissario di gara fischia e dice che mancano due minuti a me si spegne il cervello. Da qul momento ho in testa solo la gara e mi focalizzo su quello che dovrò fare. A meno 15 secondi si alza un cartello e in quel momento l’attenzione è tutta sulla moto, che va sistematadavanti al cancelletto. Ai 5 secondi il cancelletto può cadere per far cominciare la gara; tutti i sensi sono rivolti li, hai un un millesimo di secondo per captare il minimo movimento e mollare la frizione e spingere per cercare di girare alla prima curva davanti a tutti. La cosa incredibile per me è che magari ti trovi a zero o a quaranta gradi, tremi per il freddo o sudi copiosamente, ma quando sei dietro il cancelletto, in quei due minuti li, passa tutto: ti estranei da tutto e tutti, e non esiste più niente, solo la moto.

E un minuto dopo?

Sensazioni super amplificate, gioia immensa o delusione enorme… C’è un pezzettino di strada da fare da soli prima di riunirsi ai meccanici e allo staff. Quando vinco è il momento più bello, la quiete prima della tempesta di gioia. Se perdo invece è interminabile…

Come e dove ti vedi tra 10 anni?

Sicuramente non a correre in moto. Sempre qui, con la mia famiglia, dedicando il 110% all’Academy e al mio ruolo di mamma

Perchè hai scelto di cambiare il tuo nome da Chiara a Kiara?

Chiara non mi è mai piaciuto, sembravo una ragazza troppo normale e tranquilla, per caso ho cominciato a scrivere il nome con la K ed è piaciuto a tutti. Quando ho cominciato anche a firmare Kiara ho deciso di cambiare anche all’anagrafe

Hai una bellissima famiglia e sei la migliore nel tuo sport… Qual è il prossimo sogno da realizzare?

I sogni sono due: sicuramente quello di diventare campionessa del mondo da mamma! E poi un sogno, più lontano, sarebbe potermi qualificare alle olimpiadi come atleta di snowboard cross. Al momento non mi sto allenando, perchè nel futuro prossimo c’è ancora il Motocross, però una mezza idea di provare a gareggiare a alle Olimpiadi invernali di Cortina 2026 ci sarebbe!!!