Vito dell’Aquila, con il taekwondo ho sconfitto la timidezza, ora voglio conquistare Tokio (e c’è riuscito!!!)

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di Gianluca Prudenti

Le parole della prima medaglia d’oro italiana a Tokyo 2020 nell’intervista dello scorso marzo.

Vito dell’Aquila è un taekwondoka di appena 20 anni, che nel suo palmares può già vantare titoli importantissimi  come un bronzo mondiale e un bronzo ed un oro europei. Sarà una delle punte di diamante della spedizione azzurra alle Olimpiadi di Tokio, non male per un ragazzo che aveva incominciato a praticare arti marziali per combattere la timidezza…

 


Vito come ti sei avvicinato a questo sport e quando hai capito che sarebbe stata la tua strada?

Ho iniziato a praticare questo sport nel 2008, a 8 anni: ero molto timido e a mio padre piacevano molto le arti marziali, impazziva per Bruce Lee. A Mesagne, dove abitavo c’era la palestra di Roberto Baglivo, una realtà molto importante nel Taekwondo e quindi ho deciso di provare. Pensavo che praticare arti marziali potesse aiutarmi a combattere la timidezza… E così è stato. La mia prima gara importante l’ho combattuta nel 2014, quando dopo aver vinto i Campionati italiani e la Coppa Italia la Federazione mi ha selezionato per il Mondiale cadetti a Baku e ho vinto anche li. Da quel momento ho cominciato a capire che poteva essere più di una semplice passione.

Cosa rappresenta per te il Taekwondo?

É la mia vita, è uno sport che faccio con assoluta passione e ho la fortuna di poter considerare il mio lavoro. Il Taekwondo mi ha dato tutto, mi ha permesso di crescere come persone combattendo la timidezza e acquistando consapevolezza in me stesso. E poi mi ha permesso di entrare nel gruppo sportivo dei Carabinieri, quindi mi ha aperto anche la strada a un altro tipo di carriera lavorativa perchè sono un Carabiniere a tutti gli effetti.

Ti abbiamo visto anche nei panni di supereroe come ambassador della World Taekwondo per la collaborazione con la Hasbro e i PJ Masks, cartoni animati amatissimi dai più piccoli…

Si, è stata una grande soddisfazione: prima di tutto perchè sono stato scelto per rappresentare l’Italia dalla federazione mondiale insieme ad altri 11 atleti di livello altissimo, tutti campioni mondiali o olimpici. E poi perchè ho potuto veicolare un messaggio importante ai più piccoli aiutando a diffondere questo sport fantastico grazie ai “Superpigiamini”!

In particolare ti sei concentrato sul valore dell’integrità e sulle parate… il tuo modo di combattere come lo definiresti?

L’integrità è un valore importantissimo, quindi sono stato felice di parlare di quello. Per quanto riguarda il mio stile credo di praticare un Taekwondo molto equilibrato tra attacco e difesa. Quando ero più giovane mi piaceva di più attaccare, ora csono cresciuto molto tatticamente grazie al maestro della Nazionale Claudio Nolano: lavoriamo molto su questo. Di solito abbiamo un piano prima di entrare sul quadrato, studiamo l’avversario e decidiamo come agire, poi se le cose non vanno tra un round e l’altro lo sistemiamo.

A 20 anni ti sei già qualificato per le olimpiadi… Il coronamento di un sogno ma anche l’inizio di qualcos’altro…

Le Olimpiadi sono un evento incredibile, le sognavo fin da piccolo, ma è solo un primo passo verso altro: non voglio solo partecipare, vorrei ottenere il miglior risultato possibile. Spero sia solo l’inzio, sono giovane e mi aspettano tanti anni di Taekwondo. Voglio viverla fino in fondo e cercare di togliermi soddisfazioni.

L’oro però non lo nominiamo… Sei scaramantico?

No. assolutamente, dai facciamo che te lo dico. Sogno l’oro. Non è una questione di scaramanzia ma non voglio sembrare arrogante. Se un atleta non punta al massimo, è inutile anche fare gli viaggio a Tokio, non potrei mai dirti: “spero di vincere il bronzo o l’argento o arrivare quarto!”. Già molto spesso non vinci quando punti al massimo, figurati se parti puntando a un piazzamento…

vito dell'aquila, Taekwondo

Tra l’altro riporti l’Italia del Taekwondo ai Giochi dopo l’assenza di Rio… A che punto è il nostro movimento?

Il movimento italiano è cresciuto molto! Dal 2016 in poi sono cambiati dirigenza e il direttore tecnico e i risultati sono arrivati. Oltre a me si è qualificato un altro ragazzo per le Paralimpiadi, Antonino Bossolo. Anche a livello giovanile stiamo andando molto meglio. A livello organizzativo la Federazione ha avuto la capacità di ospitare due Gran Prix al Foro Italico a Roma nel 2018 e nel 2019, più l’Europeo di Bari. Avremmo dovuto ospitare anche le gare di qualificazione continentali per gli Europei del 2020, ma poi a causa del Covid è stato tutto posticipato e la sede originariamente presvista a Milano, è stata spostata in Bulgaria. E poi la Federazione Mondiale nel 2018 ha premiato la FIDA come miglior federazione al mondo durante il Gran Prix Final.

A proposito di rinvii…Come hai preso la notizia dello slittamento delle Olimpiadi lo scorso anno?

Da marzo dello scorso anno è stato veramente difficile allenarsi. Io ho continuato anche da solo ma sapevo che in quel modo non sarei potuto arrivare a Tokio al massimo. E poi c’era sempre il dubbio perchè non si sapeva se le Olimpiadi si sarebbero svolte o no. Ne ho approfittato per mettere via un anno di esperinza in più e un po’ anche per riposarmi dopo tutta la fatica che mi è costata la qualificazione. Certo che però un po’ di tristezza l’ho avuta: ero abituato a viaggiare, all’adrenalina della gara che cominciava a manifestarsi già in areoporto. La pandemia ha portato via tutto, è stato un anno difficilissimo. Ora sono molto carico: tra due settimane finalmente potrò tornare sul quadrato perchè appena dopo Pasqua ci sarà la prima gara degli Europei a Sofia, in Bulgaria… Non vedo l’ora!

vito dell'aquila, Taekwondo

Come hai gestito gli allenamenti durante il lockdown?

Mi sono sempre allenato, ogni giorno, mattina e pomeriggio. Il Taekwondo fa parte della mia vita, quindi mi sarei allenato comunque perchè per me prima di tutto è una passione. Sapevo che comunque in qualche modo le Olimpiadi ci sarebbero state e questo mi ha dato una carica ancora maggiore: non volevo fermarmi per non dare nemmeno un minimo vantaggio ai miei avversari…Anzi…

Com’è la tua giornata tipo?

Mi alleno sempre due volte al giorno. Di mattina di solito curo lapreparazione atletica con vari tipi di lavoro come resistenza, forza, equilibrio e agilità. Nel pomeriggio invece c’è la parte tecnica e tattica con il combattimento vero e proprio.

Quando non ti alleni cosa fai?

Abitando a Roma, lontano da amici e dalla mia famiglia, spesso vado a spasso per la città, che è fantastica. Mi piace ascoltare musica, soprattutto pop, leggere e studiare. In particolare sto cercando di migliorare il mio inglese. Poi invece dopo le Olimpiadi mi iscriverò all’università a scienze della comunicazione, mi piacerebbe tanto fare il giornalista sportivo.

Segui qualche altro sport?

Mi piace molto il tennis, ma seguo i risultati di tutti gli sport. Simpatizzo Juventus perchè mio fratello e mio padre sono grandi tifosi.

Cosa consiglieresti a un ragazzo che vorrebbe intraprendere la tua carriera?

Prima di tutto, inizialmente, di non prendersi sul serio ma di impegnarsi sempre al massimo perchè lo sport va fatto con passione. Per raggiungere risultati bisogna fare sacrifici, lavorare duramente e non perdere mai la passione. E poi cercare di prendere il buono dagli altri, ma rimanere sempre se stessi. Non ho mai avuto un idolo in particolare, ma mi sono sempre ispirato a tante persone cercando di carpirne il lato migliore.

vito dell'aquila, Taekwondo

Ci racconti cosa provi il minuto prima di salire sul quadrato?

Sono molto ansioso e teso ma è molto peggio la sera prima o la mattina quando mi sveglio. C’è tensione, ma è molto più concentrazione. Un minuto prima non puoi farti prendere dall’ansia perchè altrimenti rischi di salire moscio sul quadrato. Gli incontri sono molto veloci, tre round da due minuti, quindi partire bene è fondamentale. I ritmi sono sempre altissimi, soprattutto nella mia categoria, -58Kg, quindi la concentrazione deve essere totale.

E un minuto dopo?

Se ho vinto sono contento, sempre, anche se magari ho combattuto male. Vuol dire che sono stato forte mentalmente o che sono riuscito a uscire da una situazione difficile. A volte le vittorie più sudate sono quelle più soddisfacenti. Se ho perso invece è tragica… Accettare la sconfitta è sempre difficile.

Il Minuto prima di Tokio riesci a immaginartelo?

Sarà molto diverso, nelle gare normali aspetti vicino al quadrato, e poi quando è il tuo turno cominci. Alle Olimpiadi anche l’avvicinamento e l’entrata sul quadrato saranno diversi. Immagino sarà una sensazione bellissima, ma anche tanta ansia… Ma una volta cominciato l’incontro avrò ancora piu carica!