Luna Rossa: Sette curiosità per sette vittorie

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In arrivo un nuovo calendario per la Coppa America dopo che il governo neozelandese ha deciso di portare al livello tre l’allerta Covid nella città di Auckland: le regate previste inizialmente dal 6 marzo non inizieranno prima del 10, ma la data potrebbe essere ancora posticipata.

Luna Rossa si prepara a sfidare Team New Zealand: servono sette vittorie contro i kiwi per portarsi a casa il trofeo sportivo più antico al mondo. Sette vittorie per sette curiosità da scoprire legate alla competizione

  1. L’America’s Cup è uno dei più famosi trofei sportivi, nonché il più antico trofeo del mondo per cui si compete tuttora. La competizione ebbe origine il 22 agosto 1851 in occasione della prima esposizione universale di Londra, quando il Royal Yacht Squadron britannico sfidò con 14 imbarcazioni il New York Yacht Club in un percorso attorno all’Isola di Wight. Il New York Yacht Club decise di partecipare con la sola scuna America, la quale non solo vinse sorprendentemente la sfida ma diede ben 21 minuti di distacco alla seconda barca, la britannica Aurora. La regina Vittoria, saputo della vittoria di America, avrebbe chiesto quale barca fosse giunta seconda, sentendosi rispondere “There is no second, your Majesty” visto l’enorme distacco della prima da tutte le altre. Da qui nascerebbe il motto dell’America’s Cup “there is no second”.
  2. Si tratta di una serie di regate di match race, ovvero tra soli due yacht che gareggiano uno contro l’altro. Le due imbarcazioni appartengono a due Yacht Club differenti, una rappresentante il detentore del trofeo (defender) e l’altra uno yacht club sfidante (challenger); quest’ultimo è a sua volta designato attraverso una serie di regate tra vari contendenti. Nel 1983 ci furono sei sindacati che avanzarono una sfida per la coppa. Allo scopo di stabilire chi sarebbe stato il vero sfidante, si tennero una serie di regate eliminatorie, per le quali venne istituita come premio la Louis Vuitton Cup, ora PRADA Cup, appena conquistata da Luna Rossa.
  3. La coppa in palio si chiamava “Coppa delle cento ghinee” (tanto infatti era costata) o anche “Queen’s Cup”, ma dopo la vittoria gli americani la ribattezzarono dandole il nome attuale in onore della barca vincitrice. Nel marzo 1997, una persona si introdusse nella sede del Royal New Zealand Yacht Squadron danneggiando l’America’s Cup con un martello. Il danno causato era così grave che si temette che la coppa fosse irreparabile. La casa argentiera londinese Garrards, che aveva originariamente fabbricato la coppa nel 1848, riuscì in tre mesi di faticosissimo lavoro a riportare la coppa alle condizioni originali. Non si fece pagare semplicemente perché era l’America’s Cup.
  4. Dalla vittoria nella primissima edizione del 1851 il New York Yacht Club è riuscito a rimanere imbattuto per 25 sfide nell’arco di 132 anni, la più lunga serie vincente nella storia dello sport. Dopo la seconda guerra mondiale l’imbattibilità del NYYC continuò per altre otto difese del trofeo, dal 1958 al 1980. Poi nel 1983 Team Australia II, in rappresentanza del Royal Perth Yacht , riusci a interrompere l’incredibile striscia portando il trofeo in Australia. L’Inghilterra nonostante gli innumerevoli sforzi non ha mai riportato a casa la coppa: la prima nazione europea capace di farlo è stata la Svizzera con Alinghi (2003 e 2007) della Société nautique de Genève
  5. La prima partecipazione di una barca italiana, Azzurra, schierata dallo Yacht Club Costa Smeralda col sostegno dell’Aga Khan e di Gianni Agnelli risale al 1983. Azzurra, progettata dallo studio Vallicelli di Roma e affidata allo skipper Cino Ricci e al timoniere Mauro Pelaschier coadiuvati da altri noti velisti italiani – Niki Mosca, Massimo Devoto, Lorenzo Mazza, Tiziano Nava, Dondo Ballanti, Chicco Isenburg, – si classificò terza tra gli sfidanti, ma soprattutto fece conoscere a buona parte del pubblico italiano l’esistenza di questa competizione, tanto che nell’edizione successiva, quella del 1987 le barche italiane furono due: Azzurra, che arrivò undicesima su tredici sfidanti, e Italia, per lo Yacht Club Italiano di Genova, che fece leggermente meglio giungendo settima
  6. La coppa ha fatto ritorno in Europa, dove era rimasta solo per la prima sfida, nel 2003 grazie ad Alinghi. Tuttavia in Svizzera, nazione priva di sbocchi sul mare, mancava un luogo adatto ad ospitare la sfida: tecnicamente sarebbe stato possibile disputare l’America’s Cup sul Lago Lemano ma questa possibilità fu scartata quasi subito. La scelta del defender cadde sulla città spagnola di Valencia.
  7. Questa sarà la terza volta di una barca italiana come sfidante: nelle due America’s Cup precedenti ha sempre perso. La prima volta è accaduto nel 1992 quando il Moro di Venezia, di proprietà del ravennate Raul Gardini, condotto dal timoniere statunitense Paul Cayard ha scritto la storia diventando il primo sfidante non anglosassone. Nelle acque di San Diego America³ ha sconfitto la barca italiana per 4-1. Ad Auckland nel 1999-2000, invece Team New Zealand, ha sconfitto lo sfidante italiano Prada Challenge e la sua barca Luna Rossa dello Yacht Club Punta Ala. La barca italiana, condotta dallo skipper napoletano Francesco de Angelis, aveva in precedenza conquistato la Louis Vuitton Cup battendo nella finale la barca statunitense America One, del St Francis Yacht Club, condotta da Paul Cayard, ex-timoniere del Moro di Venezia.